Sulla selezione dei manoscritti da pubblicare

da | Mar 8, 2017 | Sulla scrittura | 2 commenti

Seconda puntata della collezione di lettere della mia vecchia posta degli autori solitari.
Oggi si parla di selezione dei manoscritti prima della pubblicazione.

Gisella ci scrive: “Che diritto si ha di scegliere ciò che vale e ciò che non vale? Voglio dire, perché il parere di un editore dev’essere così decisivo nella selezione dei testi? Non sarebbe meglio lasciare scegliere al pubblico?”

Nessun diritto assoluto, dico io. Un editore sceglie per sé, non per l’intero mondo (editoriale). È anche vero che gli editori sono centinaia, e se il testo è valido incontrerà i favori di almeno un editore. La selezione alla base è però necessaria al sistema, perché già ora le porte sono troppe e troppi libri vengono pubblicati. Molto più di quanti non possano essere “assorbiti” dall’attuale pubblico di lettori. Le prospettive di un mercato libero (alla Amazon) in realtà faranno accentrare ulteriormente l’attenzione su pochissimi titoli (e la stragrande maggioranza non avrà nemmeno un lettore, escluse fidanzate e mamme dell’autore). Perché se Stephen King è abbastanza famoso da poter vendere al di là non solo del nome dell’editore ma dell’esistenza stessa di un editore, per la stragrande maggioranza degli autori non è così.

Carlo ci scrive: “Per te che sei sia autore sia editore è più complicato selezionare gli scritti degli altri? Non ti viene mai la tentazione di giudicarli sulla base di quello che scrivi tu?”

Caro Carlo, fin dal primo momento in cui ho aperto Las Vegas ho voluto tenere separate le due attività, ma mi rendo conto di essere sempre la stessa persona, per cui potrei incappare nella tentazione di cui parli. Eppure cerco di non farlo, anche perché non mi considero un metro di paragone per nessuno. Mi piacciono stili diversi e storie che non scriverei mai. Per questo motivo credo di essere abbastanza libero nelle scelte. Anni fa fui inserito in una giuria di racconti e ancora oggi non mi è andata giù che una scrittrice di fama avesse cassato un racconto, secondo me ottimo, dicendo: “Non mi piace perché io non scriverei mai un racconto così”. Avrei voluto risponderle: “Chissenefrega”.

[foto di Lacia Slesak]

Andrea Malabaila

Andrea Malabaila

Sono nato a Torino nel 1977. Ho pubblicato il primo romanzo a ventitré anni e da allora il vizio della scrittura non mi ha più abbandonato. Fino a qui i romanzi sono sette: “Quelli di Goldrake” (Di Salvo, 2000), “Bambole cattive a Green Park” (Marsilio, 2003), “L’amore ci farà a pezzi” (Azimut, 2009; Clown Bianco, 2021), “Revolver” (BookSalad, 2013), “La parte sbagliata del paradiso” (Fernandel, 2014) e “Green Park Serenade” (Pendragon, 2016), “La vita sessuale delle sirene” (Clown Bianco, 2018), “Lungomare nostalgia” (Spartaco, 2023).
Nel 2007 ho fondato Las Vegas edizioni, di cui sono Sindaco, direttore editoriale, oscuro burocrate e facchino.
Insegno Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.
Nella prossima vita voglio essere l’ala destra della Juventus Football Club, nella precedente avrei voluto essere uno dei Beatles.

2 Commenti

  1. Grilloz

    Anche perchè poi alla fine sono sempre i lettori che scelgono, mica sono fessi 😛 se un editore li delude non lo comprano più 😉

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  2. Andrea

    Vero soprattutto per i lettori più avveduti! I lettori occasionali invece non credo nemmeno che si rendano conto di chi sia l’editore.

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