Se non sei uno di quegli scrittori o aspiranti tali che se ne infischiano dei lettori, avrai sentito parlare del lettore ideale. In pratica, il tuo lettore di riferimento mentre scrivi. Un lettore che spesso è immaginario, etereo, a volte così tanto lontano e indefinito che il tuo libro finirà per piacere soltanto a te che l’hai scritto.
Ma c’è un altro lettore che interviene durante la stesura di una storia. E di questo lettore non parla mai nessuno. Io lo chiamo il lettore frenante.
Chi è il lettore frenante?
Il lettore frenante è quello che ci censura durante la scrittura. Quello che ci fa dire: “No, questo non lo posso scrivere perché poi mia mamma legge” o “se scrivo questa scena, la mia fidanzata crederà che mi riferisca a lei e si offenderà” o “se scrivo questa frase penseranno che sono un nazista, un insensibile, un interista”.
Ecco, tutto questo a chi scrive non fa bene. Eppure il lettore frenante spesso è molto più presente, concreto e grilloparlante del lettore ideale. Ti obbliga a non esagerare, a essere moderato e politicamente corretto, a non turbare nessuno per paura di finire alla gogna.
Risultato: nessuno si offenderà mai, i rapporti con la mamma e la fidanzata saranno salvi, non avrai hater sui social, ma solo perché quei pochi che ti leggeranno dimenticheranno in fretta ciò che hai scritto.
[Foto: Sincerely Media on Unsplash]
E normalmente ha anche la voce della persona che meno sopporti.
Eh. Purtroppo sì.
E normalmente ha anche la voce della persona che meno sopporti.
Eh. Purtroppo sì.