Il motore della storia: come tenere i lettori incollati alla pagina

da | Gen 15, 2020 | Sulla scrittura | 0 commenti

Il motore della storia è un elemento della scrittura narrativa che ho sempre intuito ma che non avevo mai trovato teorizzato da qualche parte.
Tante volte leggendo un racconto, un romanzo o anche solo un’idea di storia dicevo: “Okay, ma manca il motore.”
Se dall’altra parte capivano cosa intendevo, benissimo, altrimenti facevo fatica a spiegare che cosa intendessi.
Come i motori delle macchine, il motore narrativo è quello che fa andare avanti la storia, e anche il lettore. Ma che cos’è in concreto?

Ho finalmente trovato una teoria sul motore della storia leggendo Gli strumenti dello scrittore di Roy Peter Clark.
Il testo di Clark, come si deduce dal titolo, è diviso in strumenti, cinquanta per l’esattezza. Ogni strumento va a riempire la cassetta degli attrezzi che chiunque scriva dovrebbe sempre avere a portata di mano.

Uno di questi strumenti è “Costruite il vostro testo attorno a una domanda chiave“.
Ecco cos’è il motore di una storia: una domanda alla quale il lettore vuole trovare risposta. E questa domanda, se abbastanza efficace, non gli farà posare il libro prima di essere arrivato alla fine.

Chi è stato? È colpevole o innocente? Chi vincerà la gara? L’eroina chi sposerà alla fine? L’eroe riuscirà a fuggire o morirà? Ritroveranno il bambino? Buone domande generano buone storie.

L’autore cita poi Tom French per precisare che il motore è distinto dal tema della storia. Ad esempio in Quarto potere il motore della storia è anticipato nella scena di apertura: chi è o cos’è Rosebud/Rosabella? Ma il tema è molto più ampio e attraverso la figura del protagonista esplora il potere, la politica, l’America.

In una storia, inoltre, possono esserci un motore principale e motori per così dire secondari, che seguono le vicende dei vari personaggi.
E soprattutto bisogna tenere presente che la domanda chiave attorno a cui si sviluppa una storia non deve per forza essere un “chi?” o un “cosa?” ma a volte può essere un “come?”
Pensiamo ad esempio alle storie che anticipano il finale all’inizio e ci fanno chiedere com’è che si è arrivati fino a quel punto. O le storie in cui si sa già che l’eroe non potrà che salvarsi e concludere vittoriosamente la propria missione: sì, ma come?

Per cui quando scrivete una storia, non dimenticatevi mai del motore narrativo e di instillare una domanda in chi vi legge. La curiosità tiene i lettori incollati alla pagina…

[Foto: Hosea Georgeson su Unsplash]

Andrea Malabaila

Andrea Malabaila

Sono nato a Torino nel 1977. Ho pubblicato il primo romanzo a ventitré anni e da allora il vizio della scrittura non mi ha più abbandonato. Fino a qui i romanzi sono sette: “Quelli di Goldrake” (Di Salvo, 2000), “Bambole cattive a Green Park” (Marsilio, 2003), “L’amore ci farà a pezzi” (Azimut, 2009; Clown Bianco, 2021), “Revolver” (BookSalad, 2013), “La parte sbagliata del paradiso” (Fernandel, 2014) e “Green Park Serenade” (Pendragon, 2016), “La vita sessuale delle sirene” (Clown Bianco, 2018), “Lungomare nostalgia” (Spartaco, 2023).
Nel 2007 ho fondato Las Vegas edizioni, di cui sono Sindaco, direttore editoriale, oscuro burocrate e facchino.
Insegno Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.
Nella prossima vita voglio essere l’ala destra della Juventus Football Club, nella precedente avrei voluto essere uno dei Beatles.

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