Il vero genio non inventa nulla ma ruba qua e là

da | Nov 7, 2018 | Sulla scrittura | 0 commenti

Di solito si pensa che i geni siano quelli che dal nulla hanno inventato qualcosa di nuovo e rivoluzionario.
In realtà non succede (quasi) mai così.
L’originalità a tutti i costi è una chimera che inseguono soltanto quelli che masticano poco la materia che vogliono reinventare o stravolgere. L’appassionato, invece, sa che c’è ben poco da inventare ed è più semplice servirsi di quello che è stato creato precedentemente, rielaborandolo attraverso il proprio sguardo e la propria sensibilità.
Il che, in buona sostanza, vuol dire ispirarsi/citare/copiare un po’ di qua e un po’ di là e assemblare più materiali per dare l’illusione di aver creato qualcosa dal nulla.
C’è chi lo fa male – e verrà bollato come plagiario o doppione di qualcun altro – e c’è chi lo fa bene – e finirà sugli altari.
Il genio è quello che ruba con maggiore destrezza, senza farsi beccare. Il genio non inventa nulla, prende a piene mani a destra e a manca ma ha la capacità di scegliere bene. Come un vero ladro che sa distinguere i gioielli dalla bigiotteria, o che sa rivenderti la bigiotteria come se fosse oro puro.

Recentemente ho guardato con molto interesse il video che potete vedere qui sotto. Si tratta della conferenza che Riccardo Falcinelli ha tenuto a Roma e in cui ha spiegato un sacco di cose interessanti sui cartoni animati di Disney e Pixar (prendetevi un’ora e guardatelo: ne vale davvero la pena). Mi ha colpito un punto in particolare: spesso si associa l’immagine di Walt Disney a quella del Genio che s’è inventato tutto un mondo che prima non c’era e che oggi abbiamo ben presente. Ecco, non è così. In Biancaneve, il primo lungometraggio all’apparenza così rivoluzionario, non ha inventato praticamente niente, ma ha assemblato generi, stili e stilemi preesistenti. Ha copiato dal cinema, dalle illustrazioni di Doré, da un sacco di fonti che aveva il merito di conoscere benissimo. Walt Disney non ha avuto bisogno di inventare granché: tutto era già lì, disponibile a un occhio attento.

Questo dovrebbe far capire una cosa fondamentale: chi dice di non leggere per non farsi influenzare nella scrittura, dice una solenne stronzata. Leggete, leggete, leggete. Fatevi influenzare e ispirare più che potete. Non fate affidamento soltanto sulla forza delle vostre intuizioni.

E inoltre: in un post precedente ho scritto che le vostre idee non ve le ruberà nessuno. Beh, magari un giorno succederà. Ma quando sarete bravi e famosi.
I migliori rubano soltanto ai migliori.

Andrea Malabaila

Andrea Malabaila

Sono nato a Torino nel 1977. Ho pubblicato il primo romanzo a ventitré anni e da allora il vizio della scrittura non mi ha più abbandonato. Fino a qui i romanzi sono sette: “Quelli di Goldrake” (Di Salvo, 2000), “Bambole cattive a Green Park” (Marsilio, 2003), “L’amore ci farà a pezzi” (Azimut, 2009; Clown Bianco, 2021), “Revolver” (BookSalad, 2013), “La parte sbagliata del paradiso” (Fernandel, 2014) e “Green Park Serenade” (Pendragon, 2016), “La vita sessuale delle sirene” (Clown Bianco, 2018), “Lungomare nostalgia” (Spartaco, 2023).
Nel 2007 ho fondato Las Vegas edizioni, di cui sono Sindaco, direttore editoriale, oscuro burocrate e facchino.
Insegno Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.
Nella prossima vita voglio essere l’ala destra della Juventus Football Club, nella precedente avrei voluto essere uno dei Beatles.

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